Car tuning: alzare lo stereo a palla è reato

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Car tuning: alzare lo stereo a palla è reato

Volume delle casse alzato al massimo, il livello di bassi simile a quello di una discoteca: ma è solo un’auto parcheggiata in mezzo a una piazza che ascolta musica elettronica. È il cosiddetto car tuning, un’abitudine purtroppo assai diffusa, specie nei piccoli centri dove l’intento del proprietario dell’auto è solo quello di mettersi in evidenza o di sottolineare le doti del proprio impianto stereo.

Di fatto, però, il car tuning è un reato e a ricordarlo è una recente sentenza della Cassazione. Certo, un reato minore in termini di “onta sociale”, quello di disturbo all’occupazione e riposo delle persone, punito di norma solo con una sanzione economica (nel peggiore dei casi fino 309 euro), anche se la norma prevede anche l’arresto fino a tre mesi.

Come si punisce il car tuning? Molto facile: basta una soffiata alla polizia da parte di chi abiti nelle vicinanze, del titolare di un negozio sul luogo del “misfatto” o di altre persone che passeggiano nelle adiacente. L’intervento di un rappresentante delle forze dell’ordine stilerà poi il verbale che sarà la “prova provata” dell’illecito. Le testimonianze dei passanti, dei molestati e del poliziotto sono quindi più che sufficienti – secondo la sentenza – per giungere a una sentenza di condanna.

Ma non solo. Non tengono neanche le due giustificazioni più tipiche dell’imputato:

  • come dimostrare che sia stato davvero lui ad alzare il volume dello stereo? È noto, infatti, che la responsabilità penale è solo personale e nessuno può rispondere di un comportamento posto in essere da un’altra persona. Così è necessaria anche la prova dell’effettiva condotta incriminata. Che, tuttavia, secondo i giudici, può essere sufficientemente e genericamente descritta dai testimoni;
  • come dimostrare che il volume è effettivamente tanto alto da disturbare il riposo delle persone se non è intervenuto alcun perito a quantificare, in termini di decibel, la propagazione del rumore? Anche in questo caso, ai giudici bastano le testimonianze delle persone molestate e dell’agente di polizia, che evidentemente sono più che sufficienti per arrivare a una sentenza di condanna.

tratto da laleggepertutti.it


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